Scuola Elementare Carducci
Cesena 27-28-29 novembre 2015
a cura di:
Viviana Gravano
Valentina Pagliarani
Il Convegno Liberate Victor: Sette Conversazioni in Aula si è svolto all’interno del Festival BIM realizzato dall’Associazione Culturale Katrième a Cesena. Le due giornate hanno presentato una serie di eventi disseminati, distribuiti nella settimana del festival, mirati a riflettere in maniera attiva e informale sul concetto di “educazione” e “insegnamento”, concentrandosi in particolar modo su quel luogo definito come “scuola”, sia istituzionale che non.
L’iniziativa faceva riferimento all’idea che ci sono una serie di fattori costrittivi che non facilitano né la trasmissione dei saperi né il loro apprendimento. Un sistema fortemente strutturato e gerarchizzato nel quale il “sapiente” svolge un ruolo di emittente indirizzato verso un “ricevente” che non ha diritto di parola, se non nei termini di una risposta a quanto ricevuto, non produce una vera trasmissione ma solo una forma stereotipica e pericolosamente unidirezionale di relazione.
Nella scuola tradizionale, nei sistemi di istruzione occidentale basati su un sistema di lezioni frontali, esami, prove e una forte spinta competitiva, la conoscenza dello studente/allievo non è considerata un patrimonio. La scuola non riesce a innescare reali meccanismi di negoziazione tra il vissuto di chi deve imparare e quello di chi deve insegnare.
L’attivista e intellettuale anarchico Francisco Ferrer y Guardia, inventore dell’Escuela Moderna a Barcellona, scriveva nel 1909: “Il fanciullo nasce senza idee preconcette e il suo migliore educatore sarebbe soltanto colui che meglio fosse in grado di rispettare la volontà fisica, morale ed intellettuale del fanciullo, anche contro lo stesso educatore”. Questo principio potrebbe essere applicato a qualsiasi forma di trasmissione dei saperi, che sia verso un bambino, che sia verso un adulto, che sia anche verso un “analfabeta” che si avvicini a qualsiasi forma di “sapere” per conoscerlo.
L’iniziativa si rivolgeva a un pubblico ampio: insegnanti, educatori, operatori scolastici, genitori, studenti e studiosi dell’ambito educativo. L’obiettivo era di creare un territorio disseminato, costituito da diverse aule della scuola elementare Carducci di Cesena, in ognuna delle quali era allestito un grande tavolo condiviso tra pubblico e relatore chiamato “confidente”. Ciascun confidente ha proposto un tema, che ha esposto parlando delle proprie ricerche, ma anche delle proprie esperienze personali. Subito dopo la presentazione nel tavolo ha preso vita una conversazione libera, aperta a tutte le persone iscritte e agli spettatori in piedi. Non è quindi stata realizzata una conferenza frontale, ma piuttosto una situazione condivisa, intima, in cui le diverse persone che lavorano o vivono il contesto scolastico, hanno potuto discutere di un dato tema in uno scambio orizzontale non gerarchico. Ciascun tavolo ha di fatto anche modificato la propria stessa struttura in relazione alle dinamiche che si sono aperte tra pubblico e relatori, dimostrando nella pratica come la trasmissione dei pensieri ha bisogno di una forma e di uno spazio liberi.
Sono intervenuti come “confidenti”: Sara Basta, Charles Burdet, Francesco Ciuti, Francesco Codello, Massimiliano Di Franca, Derek Duncan, Gabriella Kuruvilla, Marco Pollano.