CHI NON VA CON LO ZOPPO
Cinisi (PA)
8 ottobre 2016
a cura di:
Ulissi
Associazione Officina RIgenerazione
crediti:
Foto di Valeria Maniaci
Chi non va con lo zoppo è un gioco da marciapiede e un percorso narrativo che, attraverso un linguaggio ludico, sperimenta una nuova forma per raccontare le storie legate a persone dichiarate oggi vittime innocenti di mafia.
Il progetto è stato realizzato nell’ambito della manifestazione Ricordati di ricordare organizzata dall’Associazione Totò Zangara in occasione del 33mo anniversario della scomparsa di Salvatore Zangara, avvenuta l’8 Ottobre 1983 a Cinisi, e in ricordo di tutti coloro che sono stati uccisi per mano delle mafie.
Il percorso prende la forma del gioco Campana, noto in Sicilia con diversi nomi tra cui u Zuppiddu, che prevede un susseguirsi di caselle numerate, tracciate nell’asfalto con un gessetto, sulle quali si procede saltellando e tramite il lancio di un sasso. Il titolo richiama sia il gioco dello Zuppiddu sia il proverbio “Chi va con lo zoppo impara a zoppicare”. Il gioco è stato autoprodotto e realizzato interamente con materiali di riciclo, pratica che contraddistingue le attività dell’Associazione Officina RIgenerazione.
Nel gioco Chi non va con lo zoppo ogni casella è dedicata alla storia di una persona, dodici in totale, da Peppino Impastato a Roberto Antiochia, da Giovanni Domè a Salvatore Zangara. Attraverso il percorso è possibile leggere le loro storie, ma ciascun giocatore è invitato a compiere delle piccole azioni per prendere parte alla narrazione di queste storie.
Alcune caselle presentano altri piccoli giochi, come la storia dell’undicenne Claudio Domino, accompagnata dal gioco del finger football, o la storia dei liceali Biagio Siciliano e Giuditta Milella le cui carte contengono il gioco del labirinto. Altre caselle sono legate a modalità collettive di trasmissione di queste memorie, come la storia dei coniugi Antonino Agostino e Ida Castelluccio presentata attraverso un racconto in forma di gossip, il curtigghio del paese, legato all’idea che una notizia si diffonde attraverso il passaparola. Le dinamiche presenti in molte caselle richiamano una pratica di ricostruzione di una memoria, un’indagine che attraverso dei frammenti va a ricomporre la storia, ad esempio nella casella su Carmelo Iannì è chiesto di assemblare un puzzle, o infine in quella dedicata a Salvatore Zangara è chiesto ai giocatori di cercare dei post-it nascosti nella piazza, con su scritto un ricordo dei familiari o di chi lo conosceva, che una volta riposizionati nella casella ne andranno a formare la storia.
In una manifestazione nata per attivare una riflessione comune sui temi legati alla lotta alla mafia, Chi non va con lo zoppo cerca narrazioni alternative che consentano di riappropriarsi delle storie di queste persone e mantenerle vive nel tempo. Il gioco diviene un metodo collaborativo per rafforzare il momento di aggregazione, simbolo di un atto collettivo volto a contribuire alla ricostruzione delle nostre storie e memorie.